Cosa fa un selezionatore?
E come si fa a diventarlo?
Intro
Qualche mese fa ho avuto il piacere di fare questa particolare esperienza. Non ero per nulla preparata ad un’intervista e per questo non ne ho mai pubblicato la registrazione. Non è vero è che odio profondamente la mia voce.
Tuttavia l’ho ritrovata per caso e, riascoltandola, l’ho trascritta rendendola leggibile.
A seguire l’audio e la trascrizione.
Buona lettura – o ascolto – a seconda di ciò che più vi aggrada!
l’intervista
Grazie di essere con noi!
Ti occupi di risorse umane, vogliamo sapere soprattutto da quando è iniziata la tua carriera all’interno delle HR e scoprire come e cosa ti ha portato a ciò.
Grazie a te! In realtà tutto è iniziato da un film.
Mi appassionai al settore e cominciai a cercare di capire come poter fare questo lavoro.
“Cosa fa un selezionatore?”
Ho scoperto che un selezionatore si occupa dell’inserimento di una nuova persona in azienda.
Ci sono ovviamente diversi step da seguire. Anzitutto capire cosa cerca un’azienda, quindi le caratteristiche della persona di cui necessita.
Poi occuparsi poi di tutta la fase che riguarda la ricerca sin dalla struttura di un annuncio.
Capire dove reperire le candidature più in linea ed occuparsi dello screening dei cv.
Infine, colloquiare le risorse per poi individuare ed inserire il candidato ideale.
Un vero matrimonio!
Esiste infatti un blog che hai deciso di aprire, ilcandidatoideale.it sul quale dai diversi spunti, racconti la tua professione in maniera anche molto spiritosa ed ironica.
Ti chiedo di svelarci: quali sono i criteri di selezione?
Come fai a trovare la persona giusta in base alle richieste?
E come si fa a diventare il candidato ideale?
Sì, il blog è nato sicuramente con l’idea di voler raccontare il mio lavoro in modo ironico, che cosa accade dietro le quinte. I selezionatori ne vedono di cotte e di crude. Vorrei, quindi, raccontare la vita di un selezionatore aprendo, contestualmente, gli occhi al candidato.
Una sorta di:
“Guarda, ti racconto questa cosa molto divertente.
Però attenzione, se stai facendo lo stesso errore non farlo anche tu!”
Come riconoscere un candidato ideale? Bella domanda.
Umiltà, voglia di imparare e di mettersi in gioco.
Credo che queste siano le caratteristiche principali in qualsiasi lavoro.
Ovviamente un selezionatore può offrire un’opportunità.
Magari ciò che per qualcuno può essere cosa da poco, per qualcun altro, invece, può essere un’ancora di salvezza. Tutto sta nel fare attenzione anche ai piccoli dettagli.
Un consiglio, attenzione al curriculum!
Qual è la cosa giusta da inserire nel proprio curriculum?
Ho scritto un articolo rispetto alle foto che non vanno all’interno del curriculum.
Fra le più appropriate possiamo reputare le foto in ambito professionale, ad esempio sul luogo di lavoro o semplicemente una mezzobusto. Promuoviamo la creatività ed aboliamo i format precompilati e gli Europass. Il curriculum è una call to action, con esso stiamo richiamando all’azione il selezionatore che deve essere colpito dal nostro “biglietto da visita” ed essere invogliato a contattarci.
Torniamo alla tua vita da recruiter. Di cosa ti occupi in particolare?
Mi occupo di tutta la parte antecedente rispetto all’inserimento di una persona.
Scrivo un annuncio, in base a quali sono i portali sui quali posso pubblicare, e raccolgo cv.
Possono arrivare fino a 200 cv al giorno, seleziono quelli più in linea rispetto alla selezione e convoco le persone per un colloquio. Il colloquio può essere uno, o anche due, prima di inserire la persona.
È chiaro che il lavoro del selezionatore non si ferma qui ma c’è tutta la fase di inserimento in azienda, l’onboarding. La crescita professionale di una persona all’interno della struttura aziendale è sicuramente la soddisfazione più grande. Poter vedere che una persona nel tempo è cresciuta e ad oggi è responsabile di altre risorse vuol dire che hai fatto bene il tuo lavoro.
Questo è davvero molto bello.
Che consiglio ti senti di dare a chi, come te, vorrebbe intraprendere questo percorso?
Potremmo parlare per ore di quello che può essere il percorso accademico più idoneo rispetto a questa professione così affascinante.
Ci tengo, però, ad elencare tre caratteristiche fondamentali, che non sono studi accademici, ma strumenti.
Il primo strumento è l’umiltà.
Quando si svolge questo lavoro si è a contatto con tantissime persone e bisogna accettare il fatto che non sempre siamo i più bravi, i più pronti, i più preparati.
Dobbiamo far pace con noi stessi.
Il secondo strumento è la determinazione.
In Italia la figura del selezionatore o delle HR in genere è sottovalutata.
Dobbiamo far pace anche questo.
Tanto fegato.
Quando si fa selezione, fra 200 persone possiamo sceglierne solo una.
Una ci amerà, le altre 199 ci odieranno.
Ecco perché figura del selezionatore è sempre molto odiata.
È un compromesso continuo.
Tutto ciò che ci portiamo a casa è la soddisfazione di poter dare un’opportunità a qualcun altro.
Ti ringrazio moltissimo, Chiara.
Ci hai dato una panoramica del tuo mondo.
Invito coloro che ci stanno ascoltando a seguirti perché tutti ci confrontiamo con questa realtà della vita, quindi è bene essere preparati.